Viviamo una condizione inconsueta, per moltissimi assolutamente inedita. Siamo a contatto con noi stessi, con la nostra essenza. Mai come prima il tempo ci è parso così diluito, tanto da dover pensare come riempire le nostre giornate. Presi da impellenze quotidiane, doveri e imperativi materiali, avevamo perso contatto con la nostra essenza. Quella vera, intima. Che ci indica in maniera naturale di cosa abbiamo bisogno, di cosa vogliamo riempire veramente il nostro tempo.
Quello con l’essenza di noi stessi è un incontro talvolta sorprendente, capace di mostrarci ciò che c’è sotto al quotidiano; in costante fermento perché risultato dell’incontro fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Uno spazio per molti inesplorato, in cui ci immergiamo raramente e per poco tempo. Magari nei pochi momenti di riflessione che la vita frenetica, e spesso senza meta che viviamo ci concede ancora. Ma la nostra essenza, io credo, è qualcosa che dovremmo riscoprire.
Ritrovare la nostra essenza: un’occasione unica
E questo tempo di quarantena è forse lo strumento, per qualcuno, per ritrovare quella dimensione. Per saggiarne consistenze e profumi, per provare ad incastrarne i lati con quelli di chi si ha accanto. O di chi si ha lontano ma è come se fosse vicino. Per me è stato così, e ne condivido la inaspettata meraviglia.
Tornare a ”vedere” la nostra essenza, una stanza in cui non entriamo quasi mai e che potrebbe regalarci preziosi sprazzi di speranza, luce, gioia. Se non possiamo toccare gli altri, non possiamo abbracciarli e baciarli finché non saremo tutti al sicuro, di certo possiamo lavorare per offrire loro un ”noi” migliorato.
Ravvivato da un’esperienza inaspettata, capace forse di farci tornare a contatto con aspetti di noi che la quotidianità ci aveva fatto mettere da parte. Oggi rileggiamo i giorni alla luce di un nuovo senso del tempo e ciò ci dona l’opportunità unica di tornare alla nostra essenza. Per un’ora, un giorno o per sempre.
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