Inizia l’autunno con i primi freddi, cadono le foglie, il paesaggio cambia. Rimaniamo con il cuore agganciati all’estate, ai suoi scampoli fugaci ma allo stesso tempo cerchiamo il cambiamento, una stagione nuova che si appresta ad arrivare. Oggi ho voluto pubblicare una poesia su Novembre in romanesco
Quando guardo al cielo di Ottobre spesso mi perdo. Perchè sento una spaccatura, un qualcosa che si strappa. Ripenso all’estate e al sole che illuminava ogni cosa: cuori, emozioni, anime. E avverto nostalgia, quasi una mancanza. Ma allo stesso tempo sento la necessità di un autunno, di una stagione di abbassamento della temperatura emotiva, di riposo dell’anima e del pensiero. L’estate è un inno alla gioia effimera che dura dall’alba al tramonto, bagnata dal mare e riscaldata dal sole. Ma l’autunno, con il foliage e con i suoi colori caldi e in un certo senso rassicuranti è il momento del riposo dei sensi. Delle foglie che cadono per lasciare spazio, lentamente, ad un domani sempre nuovo. Ecco quindi ”E foje”, una mia poesia su Novembre in romanesco.
“E foje“
Quanno cammini nun te poi sbajà,
e foje che cascano te scricchiolano sotto li piedi.
E guardi sull’arberi,
quasi aspettanno n’aria nova.
N profumo che piano piano te porta a Natale.
Perchè è n’attimo arivacce,
ma troppe foje tocca acciaccà prima de essece.
E città e e campagne cambiano colore,
pareno nvecchiate e nvece se sta solo a rigenerà.
Anno dopo anno senza stancasse mai.
Come noi che aspettamo a stagione der freddo,
pe poteè ogni vorta rinasce a vita nova.
Photo – Pixabay