Spesso mi sono soffermato a pensare a chi voleva essere padre. Ma non ha potuto, voluto o chissà. E così in un momento di intensa riflessione ho scritto questa breve poesia per la Festa del Papaà, dedicata ai padri mancati, che si può definire più una serie di pensieri sparsi ma legati. Una sensazione che tocca molti, che può far soffrire e può far ripensare al passato in maniera dolorosa. Pensare sempre a che padri saremmo stati, a quanto amore avremmo potuto donare. A quel che sarebbe potuto essere ma non è stato.
“Ai padri mancati”
A quelli che non hanno potuto, a quelli che “non è mai capitato”.
A quelli che “mai e poi mai”, eppure se ci pensano intensamente, “chissà”.
A quelli che “forse non sono capace”, e a quelli che avrebbero potuto ma “non è successo”.
A quelli che “chissà che padre saresti stato”, a quelli che “forse non ero pronto”. A quelli che “forse è stato meglio così”.
A quelli che “ho provato a farlo, ma non ero tagliato”, che “se fossimo rimasti insieme, a quest’ora…”.
A quelli che lo hanno assaporato, quasi per sbaglio, e ne sono usciti scottati.
A quelli che hanno osato sognare, sfidando il sangue e il tempo.
Ai padri mancati, ai pensieri notturni, agli sguardi fugaci. Agli occhi abbassati, di giorno
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