L’estate si vive, si sogna, si ricorda. Il momento della rottura degli equilibri, della fuga dai pensieri ricorrenti e dagli sguardi quotidiani. Il periodo del sole e dei sogni, dove ci si innamora di qualcuno, della libertà o di se stessi. Il momento della leggerezza che ci inebria, per lasciare poi spazio al riposo. Da molto non scrivevo una poesia, ed ecco che oggi dopo lunga assenza presento “N’estate così”, una delle mie poesie sull’estate in romanesco.
L’estate è il mare negli occhi, il vento nei capelli e la speranza nel cuore. Che dietro all’orizzonte si mostri un sogno in carne e ossa, a portarci via da insoddisfazione e dolore costante. A dirci che quel tramonto non finirà mai e che, se avremo bisogno, dietro a quelle nuvole ci potremo sempre rifugiare.
“N’estate così”
Che sia d’amore o de silenzi,
l’estate è na favola da raccontà co l’occhi pieni.
Sapenno che nun tornerà mai uguale.
Na poesia de stelle e de occhi che se ncrociano,
pe disse che quer momento sarà de na bellezza mai vista.
Perchè li baci dati davanti ar mare sò eterni,
quee parole non se scordano mai,
manco quanno i capelli se fanno bianchi come a neve.
D’estate n ce sò maschere né firtri,
ma solo respiri affannati de emozzione.
N’estate così, che voremmo nun morinne mai.
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