Spesso scambiata per debolezza, per mollezza d’animo o peggio per stupidità. Pare persa per sempre, relegata nei comportamenti di pochi ma la gentilezza è un sentimento da riscoprire. Da coltivare e non disperdere, perchè in essa si cela un pezzetto della nostra essenza più nobile. Essere gentili è un piccolo frammento di autenticità, mentre regnano superficialità e indifferenza.
Non serve aprire un sito di news o accendere una tv per farsi un’idea di quanto, progressivamente, ci stiamo imbarbarendo. Di quanto, ogni giorno, spostiamo l’asticella della superficialità un mm più in alto: ma un millimetro al giorno, in un anno è una bella cifra. Un’altezza da cui c’è il timore di non poter più scendere, specie se le vie per tornare giù ci vengono sempre descritte come debolezza o inaccettabile dolcezza.
Due citazioni sulla gentilezza
Qualche giorno fa, durante un periodo di vacanza, mi sono soffermato a leggere frasi e aforismi sulla gentilezza. In ognuna di esse ho trovato un piccolo frammento di verità, di intima quotidianità perduta, ma soprattutto di bellezza d’animo. Due in particolare mi hanno colpito:
Le cortesie più piccole – un fiore o un libro – piantano sorrisi come semi che germogliano nel buio.
(Emily Dickinson)
Ci leggo la straordinaria similitudine fra i semi e la gentilezza, entrambi capaci di donare frutti straordinari. La gentilezza è un sentimento che va coltivato a lungo, come il seme di una pianta capace di curare ogni male e di alleviare i momenti più difficili. Semi e gentilezza, nelle fattezze di un regalo come un libro o un fiore, raccontano la potenza di un gesto delicato e proveniente dal cuore. Insomma, un connubio perfetto.
Nessun atto di gentilezza, per piccolo che sia, è mai sprecato.
(Esopo)
Nelle parole semplici dello scrittore greco invece ho ritrovato l’essenza dei nostri tempi: il pensiero che la gentilezza sia sprecata, che tanto non servirà a nulla. Mentre il vero senso della gentilezza è non aspettarsi nulla in cambio. Si è gentili per animo e per cuore, non perchè ci debba tornare indietro. Quello è opportunismo, che prima o poi si disvela. Esopo ci dice con grande efficacia che la gentilezza è un sentimento sempre benefico: per chi dona e per chi riceve.
La gentilezza non è mai sprecata, non va mai a male e non scade mai. Ogni gesto di gentilezza porta con sé un effetto che possiamo non vedere nell’immediato ma c’è, sempre.
La gentilezza è un sentimento contro la decadenza
Viviamo vite assuefatte da un display, da cuori inviati a denti stretti e risate forzate dietro cui si nascondono odio e disincanto. Oltre ad un pericoloso inaridimento emotivo che sta letteralmente desertificando le nostre vite. Non ci ingannino le foto sui social, intinte di una felicità fatta di aria e non carne. La ricerca spasmodica di consenso ad uno status immaginario e profondamente illusorio, tale da costruire una concezione di sé dove gli occhi degli altri e i like possono sostituire le nostre consapevolezze.
Stiamo perdendo la bellezza di una parola o di un gesto al di fuori del contesto social e digitale, stiamo perdendo il piacere di una carezza o della dedica di una canzone da ascoltare insieme. La gentilezza è il vero antidoto contro la decadenza, perchè rifugge dai gesti eclatanti e si incarna nelle piccole cose e nelle cortesie inaspettate.
Non è debolezza ma grandezza d’animo
Perché dobbiamo riscoprire la gentilezza? Forse perchè in essa si cela il vero segreto di un mondo migliore, dove è debole chi prova a sopraffare l’altro. Un mondo dove è debole chi è arido d’animo e pensa che la dolcezza e la gentilezza siano sprecate, perché nessuno farebbe lo stesso per noi. La gentilezza è un sentimento da riscoprire, per non avere più paura degli altri e del loro cuore. Per tornare, guardandoci negli occhi, a rischiare di essere felici davvero.
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