Ci sono alcune poesie sulla sofferenza che paiono leggerci dentro. Sapere esattamente cosa proviamo, specie sulle cose non dette. Che sono quelle che a tenersele dentro fanno più male, perché ogni volta si ripresentano. Che sia un amore o un’amicizia, di certo c’è che tenersi dentro sentimenti ed emozioni è una cosa che in molti facciamo.
Quella che pubblico oggi è ”E cose nun dette”, una delle poesie sulla sofferenza in romanesco, piccoli estratti di quotidianità, che si possono trovare raccolte sulla mia pagina Facebook e QUI. E parla appunto delle cose non dette, dei sentimenti mai espressi, delle cose che non abbiamo il coraggio di dire.
”E cose nun dette”
Semo fatti de carne, de ossa, de sentimenti.
E de cose nun dette, che ce restano dentro.
E poi fanno tutt’uno co a carne.
Che quanno te tocchi
te pare quasi de sentì n dolore sordo.
N fastidio ricorente, che se risveja co n penziero o n ricordo.
Eppure continuamo a tenessele dentro.
Nun capenno che quanno e dici te stai a libberà.
Photo – Pixabay