Su WhatsApp arriva un’altra novità: la lente d’ingrandimento accanto ad alcuni messaggi. A spiegarci cos’è e come funziona ci pensa il blog ufficiale di WhatsApp che in un post racconta il perché dell’introduzione di questa funzione e a cosa serve.
Il faro è puntato, come si legge nel post, sui messaggi inoltrati molte volte. Quelli che, per intenderci, presentano l’etichetta con la doppia freccia. Tempo fa WhatsApp pose un limite ben preciso al numero degli inoltri possibili di un messaggio.
Ora arriva la ”lente d’ingrandimento” accanto ai messaggi inoltrati. ”I nostri utenti potranno testare una nuova funzione che consentirà loro di verificare facilmente la veridicità dei contenuti dei messaggi fortemente inoltrati. Accanto a questo tipo di messaggi – si legge – comparirà un’icona a forma di lente di ingrandimento. Basterà toccarla per cercare il contenuto del messaggio sul web e trovare notizie o altre fonti di informazione sui contenuti ricevuti Utilizzando questa funzione – spiega il post – il messaggio verrà caricato sul web tramite il browser, senza che WhatsApp abbia accesso al contenuto del messaggio”.
Lente d’ingrandimento: verificare le fonti dei messaggi
In sostanza la lente d’ingrandimento accanto ai messaggi WhatsApp inoltrati molte volte servirà per verificare i contenuti di un messaggio che ci viene inoltrato. Per capire se contenga informazioni false o meno. Per la certezza di aver ricevuto un contenuto serio.
La lente d’ingrandimento, o come la chiama il blog di WhatsApp funzionalità di ricerca sul web è disponibile a partire dal 3 Agosto in Brasile, Italia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti per gli utenti che utilizzano le versioni di WhatsApp più recenti su Android, iOS e WhatsApp Web.
Sarà quindi possibile verificare in maniera più veloce ed efficace le fonti e la veridicità di un messaggio che ci arriva dopo essere stato molte volte inoltrato. La verfica infatti avverrà direttamente sul web caricando il messaggio e consultando fonti e siti per farsi un’idea più precisa del contenuto.
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