Scrivere fa bene. Non immagini quanti motivi che non conosci ci sono dietro a questa affermazione. Dovresti farlo tutti i giorni. Vuoi sapere perché? Se vorrai seguirmi in queste brevi riflessioni lo capirai. Ci sono una serie di considerazioni da fare prima di entrare nel merito di questa nostra chiacchierata.
Scrivere è un bisogno che l’uomo esplica da millenni al fine di tramandare qualcosa o di comunicare ciò che ritiene importante per sé o per altri. Da quando la scrittura ha preso il posto della tradizione orale e ancora prima della raffigurazione visiva molto è cambiato. La storia ci racconta che scrivere è divenuta un’attività quotidiana.
Dagli albori in Mesopotamia, ormai quasi unanimemente accettati come nascita della scrittura, il modo di mettere su carta (o su altri formati) il nostro pensiero è cambiato radicalmente. Fogli di papiro, tavolette di cera, muri, sculture, pelli, carta: ogni supporto nella storia ha visto passare sulla sua superficie un flusso di parole, simboli, segni.
Dunque scriviamo da sempre. Scriviamo le cose più disparate, spesso anche solo per comunicare con noi stessi. Per mettere su carta quel che a parole magari non riusciremmo a dire. Lasciamo quindi da parte chi scrive per mestiere, come chi vi parla ora. Che ha fatto della sua più grande passione un lavoro e facendo questo trova piacere oltre che guadagno.
SCRIVERE, I BENEFICI
Abbiamo detto che scrivere fa bene. Vediamo ora, dopo aver capito velocemente che si tratta di un bisogno ineludibile dell’essere umano, perché è benefico.
Prima di tutto conferisce elasticità alla mente. Per poter scrivere occorre pensare. Certo potresti dirmi che non tutti quelli che scrivono sembrano aver pensato prima di digitare.
Questo in parte è vero, ma il più delle volte ciò che si scrive è frutto dell’elaborazione di un pensiero. E pensare è un toccasana per il cervello, mantiene giovane uno dei nostri organi più importanti. Non gli permette di atrofizzarsi.
Facciamo una piccola digressione. Ti ho parlato in un altro momento di ghost writing, cioé di chi scrive per altri. Da cosa di parte per un libro o un discorso da preparare per un altro? Dal pensiero.
Riportiamo uno stralcio di quel testo:”Il ghost writing è l’attività svolta da chi si occupa di mettere ”su carta” (o web visti i tempi) un’idea, una storia, un racconto”.
”Lo ”scrittore fantasma”, tradotto in italiano dall’inglese, è colui che dona forma editoriale al contenuto fino a quel momento custodito solo nella tua mente. Nei tuoi pensieri più reconditi”. Già da qui capiamo che anche quando qualcuno scrive un contenuto per noi, ci corre l’obbligo di pensare.
Scrivere fa bene alla mente, la spinge a lavorare, a carburare nella costruzione di idee. Insomma, le dona iniezioni di vitalità. Le permette di sprigionare creatività.
SCRIVERE PER STARE MEGLIO
Ma a cosa altro serve? Serve solo alla mente? Non proprio direi. Perché ci sono altri motivi in base ai quali scrivere porta benefici. Pensiamo all’umore. Quante volte magari abbiamo scritto un messaggio su WhatsApp ad un amico quando eravamo giù di morale? migliaia.
E questa non deve essere considerata scrittura di serie B. Perché ha un suo senso, la cui importanza risiede nel feedback che cerchiamo per il nostro pensiero.
Scrivere quel che pensiamo su un display potrà anche essere virtuale o considerato ”impersonale”, e di sicuro non può sostituire il parlarsi di persona. Ma di certo aiuta. Tirare fuori da sé e dare una forma ai nostri pensieri è benefico per l’umore, per l’anima che in quel momento necessita una fessura. Una presa d’aria aperta.
SCRIVERE E’ UNA MEDICINA
Scrivere di noi, in maniera non programmata, senza filtri o blocchi è una medicina fra le più potenti che ci siano. Permette di aprire valvole emotive che nemmeno pensavamo di avere, di liberarci di pesi all’apparenza insostenibili. Ci mette in contatto con ciò che siamo intimamente, con la parte di noi che a volte facciamo fatica a riconoscere. O ad accettare. Quindi che sia per lavoro o per esigenza, scrivi.
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