Roma ID, uno sguardo nuovo sulla città. Ma non solo sulla parte che è sotto gli occhi di chi la vive o la visita. Bensì su qualcosa che si muove sotto le sabbie del tempo e delle tradizioni popolari, dietro a saracinesche di quartiere e palazzine sparse nella periferia romana.
Nell’ambito della ricognizione sulle nuove progettualità in corso a Roma e in Italia, sulle nuove forme di comunicazione che sia affacciano all’attenzione degli addetti ai lavori ho voluto chiedere di spiegarci meglio l’idea a Marco Oliveri, Founder di Roma ID.
Cos’è Roma ID?
”Roma ID, che ci tengo a specificare sta per Identity, ha un obiettivo chiaro: creare questa identità, plasmarla a livello visivo, culturale e di aggregazione delle persone. Vogliamo parlare a 360 gradi di quella che è l’identità romana e lo stiamo facendo attraverso l’arte e in particolar modo l’illustrazione, che è arte contemporanea. Stiamo disegnando questa identità visiva, che parte dagli elementi più conosciuti come i monumenti storici che tutti ci invidiano per passare alle nuove icone, ai simboli come il Gasometro al quartiere Ostiense, che doveva essere abbattuto e invece ora è una nuova icona di Roma. Per arrivare a parlare alle e delle periferie. In questo senso stiamo lavorando ad un progetto incentrato su un quartiere specifico, uno fra Pigneto e Garbatella. Quest’ultima peraltro quest’anno compie cento anni”.
C’è profumo di cultura in questa idea, o sbaglio?
”Non sbagli, perché stiamo studiando l’identità romana in maniera multiforme: attraverso i suoi linguaggi, artisti, poeti, la letteratura. Un esempio sicuramente rende meglio l’idea: durante le ultime Feste di Natale abbiamo scoperto l’esistenza della ‘Tombola Tiburtina’, l’abbiamo studiata e abbiamo realizzato un flash-mob in centro in cui abbiamo parlato ai turisti di questa tradizione. Stiamo piano piano riscoprendo un’identità romana che è sepolta nel tempo ma va fatta scoprire ai turisti e riscoprire ai romani. E in questo senso Roma ID è pensata da sempre come trait d’union fra identità romana e grandi eventi: in questo senso va la collaborazione con Maratona di Roma con il racconto ai turisti, sui passaggi e i percorsi”.
Secondo voi negli anni lo sguardo sulla città si è appiattito, puntando solo sulle classiche attrattive?
”Purtroppo sì e proprio per questo, per cercare di allungare lo sguardo su altre realtà straordinarie della città abbiamo scelto un’arte figurativa come l’illustrazione che negli anni alle nostre spalle definiva la gran parte dei messaggi. Penso alla pubblicità degli albori, illustrate, per esempio. La comunicazione di massa nasce con l’illustrazione e ora sta vivendo una seconda vita tramite la tecnologia digitale. Abbiamo scelto l’illustrazione perché la riteniamo, oggi più che mai, la più vicina alle persone. Il nostro storytelling è Roma che parla ai romani sulle innumerevoli forme e icone della sua identità: tiriamole fuori. Questo è lo spirito di Roma ID”.
Tutti illustratori di livello partecipano al progetto.
”Abbiamo iniziato il progetto coinvolgendo otto illustratori molto conosciuti nel mondo dell’arte, dell’illustrazione, che ha lavorato con grandi brand e grandi realtà internazionali. Chi si è occupato dell’illustrazione sul Gasometro, per dirne una, ha vinto la medaglia d’oro alla Society of Illustrators di New York, considerata un po’ come l’oscar dell’illustrazione”.
Roma ID Cares, uno sguardo nuovo su qualcosa che esiste ma si conosce poco?
”Questa iniziativa nasce a fine 2018 con l’obiettivo, tramite Roma ID, di raccogliere dei fondi per attivare dei progetti insieme ad associazioni, ospedali e altre realtà del settore capaci di essere d’aiuto alle famiglie con bambini affetti da Diabete di Tipo 1. Torno sulla collaborazione con Maratona di Roma perché quest’anno con Roma ID Cares abbiamo pensato di realizzare una raccolta fondi che partirà durante il Marathon Village. Non lo nascondo, vogliamo fare qualcosa di concreto: solo così si può dare davvero una mano a chi ne ha bisogno”.